Giovanni Panno
Twice or thrice had I loved thee,
before I knew thy face or name,
so in a voice, so in a shapeless flame,
Angells affect us oft, and worship’d bee.
[Due o tre volte ti avevo amato prima di conoscere il tuo volto, il tuo nome. Così ora in voce, ora in fiamma informe, ci toccano gli Angeli e sono da noi adorati]
(John Donne, Aire and Angels, in Poesie sacre e profane, Feltrinelli, Milano 1995)
How to disappear completely (Radiohead, Kid A): le molteplici voci che affiorano dalle identità di Laura Palmer si raccolgono in un unico grande vuoto. Twin Peaks è un grande rito iniziatico, come solo la televisione, nella contemporaneità, può offrire, in cui lo spettatore viene posto dinanzi a tutte le variazioni sul tema Laura Palmer, studende liceale prostituta dipendente da droghe e violentata dal padre. Gli elementi di questa rifrazione vengono dispersi nel corso dei 29 episodi, senza che, all’interno della serie, potenzialmente infinita, di prospettive, lo spettatore ottenga mai un’immagine unitaria del personaggio principale.
Personaggio che si sottrae alla serie stessa, perché il suo delitto verrà svelato solo in Fire walk with me, il prequel della serie. Allo stesso modo in cui si sottrae il fatto vero e proprio alla narrazione di Rashomon, in cui Kurosawa presenta i diversi racconti – contraddittori – dei protagonisti di un rapimento/delitto, in Twin Peaks l’immagine di Laura Palmer è valida assolutamente per ognuno dei protagonisti delle differenti narrazioni. La domanda che accompagna il film: Chi ha ucciso Laura Palmer, si può convertire in modo duplice sia nella domanda che riguarda l’identità di Laura Palmer, sia in quella che, di conseguenza, riguarda i suoi affetti.
Laura è da sempre fuori dalla serie televisiva. Come dire: da sempre morta. La sua immagine è simile a quegli angeli che scompaiono dal quadro nel dipinto che la protagonista conserva davanti al proprio letto. La sua morte, così come il suo amore, sono sempre spesi per tutti in modo oscillante, indefinito. È amore universale, ed al contempo desiderio di distruggere, con sé, l’unico possibile centro di queste tensioni sospese.
In Fuoco cammina con me Laura dichiara apertamente il proprio amore omosessuale a Donna, capace di prostituirsi, pur di starle vicino, e lo fa come se fosse una concessione – concessione ai mortali, che hanno bisogno di dichiararsi amore, per essere. „Ti amo, ma non voglio che tu diventi come me“ equivale al desiderio di distruggere la propria immagine, smontarle una pretesa unità, e proporla nei frantumi – tutti veri – che lo spettatore può ricomporre nel corso della visione. Si tratterà, allora, di una visione con gli occhi dell’agente Cooper, mediatore fra i mondi immaginari e pretesi reali di Laura, maschera del regista stesso.
Gli amori di Laura: eros è visibile sotto le specie, conosciute, dell’amore eterosessuale (per James, Bobby), omosessuale (per Donna), mercenario. Eppure vi è un altro amore che emerge per sottrazione da questi, e provoca di certo il tentativo costante di fuggire da un identico impossibile, distruttivo: è l’amore filiale. In eccesso ed in difetto, nella possessività e possessione del padre, nell’assenza della madre, sconfitta ed incapace di interpretare le proprie visioni.
Laura riceve la visita di uno spirito maligno – Bob – che si è impossessato del padre. Da questi viene ripetutamente violentata, ed infine uccisa, così com’era toccato a Teresa Banks, la cui immagine corrisponde, nella mente malata del padre, a quella di Laura („sei come la mia Laura“). Ed è proprio questa identità che viene rubata alla giovane, tanto che tutti i suoi rapporti saranno non effettuali, il suo amore mai vera passione, anche la sessualità non potrà mai essere vissuta se non come negativo rispetto alla violenza subita.
Nello specchio che le viene offerto dal padre prima del sacrificio rituale di tutti questi differenti sé, Laura si vede mascherata, insanguinata, irriconoscibile. Sta attraversando quella porta che raccoglie tutte le sue differenti rifrazioni, come raffigurato dal quadro donatole dallo spirito dell’anziana. Allo spettatore che, come James, non sa chi è veramente Laura, rimane il compito di ricomporre questo spazio di soglia, per il quale non vi è risposta univoca, se non quella della sua morte. Univoca solo in una delle possibili rappresentazioni, e sintomaticamente fuori da tutta la serie di Twin Peaks.
Carocci, E. (2008), Fuoco cammina con me, in P. Bertetto, David Lynch, Marsilio, Venezia, 70-90.
Dottorini, D., (2004), David Lynch. Il cinema del sentire, Le Mani, Genova 2004.
® Giovanni Panno 2008