Stanchi di suonar male Guccini e i Pink Floyd,
Ronny e Giovanni chiedono ad Alberto di suonar con loro. Il batterista non ci pensa nemmeno: 'sti quattro quarti del pop ve li sognate: io ascolto il prog.
Così chitarrista e tastierista si impegnano ad ascoltare cose strane degli anni '70, nascono le prime cover di gruppi meteora (La locanda delle Fate, il Museo Rosenbach, tentativi falliti di The Knife dei Genesis, etc. ). Il problema per i tre è sempre stato il bassista.
Quando, dopo notte di bevute e conseguenze commisurate, Giovanni incontra Gianluca e Ivan (davanti a Bettin a Padova), le cose sono stagnanti da tempo.
L'impennata dei lavori con bassista e cantante, poi spersi per le vie del mondo (l'uno in Perù o a Firenze, l'altro in accademia, che è parimenti distante), così come il primo chitarrista (Kopenhagen), così poi il tastierista (Tübingen), si ha con il Contest di Milano, dove i Synderesi, già Irrlicht, già Delenda Carthago, si piazzano quarti con il demo di INRH.
La riflessione su questo percorso non è rilevante e per questo ho accorciato e reso meno epica la narrazione. Volevo con questo introdurre lo scritto che vado a pubblicare qui a puntate.
Ho timore che il blog sia oggettivazione del vissuto, rispecchiato per narcisismo in rete globale.
Sintomaticamente tendo a pensare che agli altri importi tanto poco della mia vita quanto poco importa a me della loro, se si intende con questa la frequenza delle deiezioni che mi ricordino cosa siamo.
Mi interessano invece i pensieri. E ancor più i punti in cui i pensieri si legano ad altri pensieri - nella fattispecie, gli snodi in cui ci si trova a pensare.
La musica è uno di questi snodi, in cui il pensiero emerge con la relazione dell'evento di chi suona e di chi ascolta. Così l'ho sempre vissuta - cosa che testimonia la mia grande difficoltà nella registrazione del demo - così tendo a giudicare chi va sul palco con un laptop, o chi ci va con uno strumento, stacca il cervello e il cuore e lascia che le articolazioni articolino il già imparato, disarticolando contemporaneamente sia quel che lo ha prodotto, sia l'attimo strepitoso in cui può legarsi agli altri.
L'ho già tirata tanto in lungo, e comunque la cosa più importante di questo post è l'inserimento dello scoiattolo che mi ricorda un po' il raggio di luce sull'asino di Busoni.
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